Il Veneto da gustare: 4 itinerari enogastronomici da non perdere
Abitare il Residente Ca’ Amata significa riscoprire e immergersi nel territorio veneto anche per gustare e conoscere i segreti della sua tradizione enogastronomica.
Alle sue bellezze naturali e artistiche, infatti, questa regione aggiunge una ricchissima tradizione culinaria, declinata in una geografia di paesaggi, luoghi e personaggi unici. Artigiani, luoghi, prodotti e piatti tipici che da sempre arricchiscono questa regione, impreziosendo la Marca Trevigiana e i territori circostanti di una cultura antica ma sempre attuale.
Dai colli al mare, gli itinerari del gusto veneto si snodano tra paesaggi di rara bellezza, un contesto attraversato dalle Strade del Vino e dei Prodotti Tipici (DOP e IGP) che collegano una costellazione di cantine, osterie, ristoranti e aziende agricole pronte ad accogliere il visitatore, offrendo un’esperienza unica.
Ecco dunque una mini guida dedicata ai sapori della nostra terra e ai piccoli e grandi piaceri della tavola.
1. Da Conegliano a Valdobbiadene: la strada del Prosecco Superiore Docg
Il percorso inizia dalla città di Conegliano e più precisamente ai piedi del suo Castello, dove sorge lo storico Istituto Enologico Cerletti. Qui, previa prenotazione, è possibile visitare l’ottocentesca Bottega del Vino della Scuola Enologica.
Dall’Istituto ci si dirige quindi verso Collalbrigo, seguendo per Refrontolo e Solighetto. Già in queste prime tappa il percorso regala suggestivi panorami verdeggianti che spaziano sui colli punteggiati di vigneti e macchie boschive. A Solighetto è possibile visitare la settecentesca Villa Brandolini, sede del Consorzio Tutela del Vino Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg che nel corso dell’anno ospita numerosi eventi legati al tema enologico. Una breve passeggiata conduce inoltre al tempietto di San Gallo sull’omonimo colle da cui si può godere di una straordinaria vista panoramica sulla sottostante valle del Piave.
Superata Farra di Soligo, si arriva a Col San Martino con le sue medievali Torri di Credazzo e l’autentico gioiello architettonico e artistico della Chiesetta di San Vigilio, raggiungibile con una passeggiata di pochi minuti. Proseguendo in direzione Colbertaldo il paesaggio continua a stupire, disegnando piccoli coni collinari (detti chiocciole) sui quali sono visibili le antiche “Casére”, costruzioni dove utilizzate ancora oggi dai contadini come ricovero per il fieno e gli attrezzi.
Il percorso prosegue fino a raggiungere la zona del Cartizze da cui si ricava l’omonimo pregiato spumante. Dal basso, dirigendosi verso il Follo e risalendo poi verso Santo Stefano, si possono ammirare alcuni tra i più bei panorami delle colline del Prosecco Superiore Docg, i cui vigneti ininterrotti lasciano spazio solo sulle sommità dei rilievi collinari ai rinomati boschi di castagno.
Numerose – specie in questo ultimo tratto di percorso – le enoteche, i ristoranti tipici, le trattorie, le cantine e le osterie, molte della quali con vista mozzafiato sul paesaggio. Per i più avventurosi una curiosità: “L’osteria senz’oste”, simpatica iniziativa che ha riscosso notevole interesse. Si tratta infatti di un casale adagiato tra le colline dove il cliente può servirsi liberamente e gustare salumi, formaggi e vini tipici, lasciando poi un’offerta secondo coscienza.
Passata la Confraternita di Valdobbiadene a San Pietro di Barbozza, si arriva infine a Valdobbiadene, circondata da locali tipici e dove ci si può riposare nella bella piazza principale poco lontano dalla deliziosa Chiesetta di San Gregorio del ‘600 che spesso ospita eventi musicali e corali.
2. Dal Radicchio di Treviso al Variegato di Castelfranco Veneto
Come abbiamo ricordato nella precedente guida, Treviso merita una visita sia per le molte attrazioni storico-artistiche che per la città in sé che, anche dal punto di vista enogastronomico, offre numerosi locali interessanti dove gustare le specialità tipiche.
Tra queste l’immancabile Radicchio Rosso di Treviso, uno dei prodotti tipici del Veneto che ha ottenuto il marchio di Indicazione geografica protetta, Igp. Il Radicchio di Treviso può essere gustato da solo sia crudo che cotto o come ingrediente di primi, secondi, contorni e persino dolci. La sua consistenza e il suo sapore amarognolo, lo rendono adatto alla preparazione di molte ricette tra cui un grande classico come il risotto al radicchio di Treviso. Cotto al forno, magari insieme a un formaggio veneto come il Morlacco del Grappa, in padella o gratinato conquista sempre il palato.
A Treviso mangiare bene è d’obbligo, come dimostrano i numerosi ristoranti e osterie sparsi per le viuzze della città, dove è possibile gustare prodotti e piatti tipici come la sopa coada, pasta e fasioi, la soppressa, la porchetta trevigiana, polenta e funghi del montello, peverada.
Altro celebre radicchio è quello di Castelfranco Veneto. La “rosa che si mangia”, come viene chiamato il Radicchio Variegato castellano è frutto dell’incrocio tra il Radicchio di Treviso e la scarola. Il suo ottimo sapore lo rende un alimento ideale anche nelle diete a basso contenuto calorico, l’importante è che la cottura sia veloce, in modo da salvaguardarne, oltre che le vitamine e i sali, anche la caratteristica delicatezza.
Per chi visita la piccola città che diede i natali al pittore Giorgione è consigliato non perdere il radicchio brasato con salame all’aglio e crostone di pane all’Asiago, le pappardelle ricce bianche e verdi con Variegato allo speck e il filetto d’aringa al vapore marinato con aceto di mele.
3. Vicenza, Bassano e Asiago: tra asparagi, baccalà e formaggi
Molte le ricette e i prodotti tipici in questa ampia zona che da Vicenza risale fino a raggiungere lo storico altopiano di Asiago.
Tipici di Vicenza sono piatti come il baccalà alla vicentina, ma anche il tartufo nero dei colli Berici, ma anche la Soprèssa Vicentina DOP, il prosciutto Berico-Euganeo DOP e l’Oco in onto, carne d’oca conservata sotto grasso.
Bassano del Grappa e altri comuni in provincia di Vicenza formano inoltre la zona di produzione dell’Asparago Bianco di Bassano DOP che lungo il corso del fiume Brenta ha trovato un sabbioso, soffice, ben drenato e poco calcareo, ideale per la sua coltura.
Raggiungere Bassano significa anche visitare le distillerie della famosa Grappa, magari fermandosi presso il suggestivo ponte per centellinarne qualche sorso nello storico locale Nardini. La tradizione vitivinicola di alta qualità della provincia di Vicenza è testimoniata inoltre dalla produzione di vini DOC nelle zone di Breganze, Gambellara, Lessini Durello ed Arcole. Dalle buone vinacce le rinomate distillerie vicentine producono grappe monovitigno ed eccellenti distillati.
Per gli amanti del formaggio la provincia di Vicenza offre specialità come l’Asiago, il Bastardo del Grappa e il Morlacco, oltre alla molte varianti presenti nelle malghe.
Tappa fondamentale per gli amanti della montagna è infatti l’altopiano di Asiago, un meraviglioso paesaggio naturale e storico da attraversare con passeggiate ed escursioni, magari pranzando nelle molte malghe aperte al pubblico dove gustare i prodotti della zona e soprattutto il formaggio tipico.
4. Bacaro Tour: vivere Venezia in modo alternativo
Venezia, oltre che per le sue immense bellezze, è famosa per i suoi bacari, piccoli bar solitamente frequentati dagli stessi veneziani, dove si possono bere i vini della casa e gustare i deliziosi “cicchetti”, scoprendo l’atmosfera meno turistica e più vera della città sull’acqua.
Fare tappa da un bacaro all’altro è ormai una tradizione, un modo diverso e più allegro di scoprire nuovi angoli e scorci non toccati dai soliti percorsi. Stiamo parlando appunto del “Bacaro tour”, un percorso sempre diverso e imprevedibile che celebra il carattere giocoso e scanzonato dei veneziani.
Certo alcuni punti fermi bisogna averli, ecco quindi alcune delle tappe più interessanti. Si inizia con il Bacaretto da Lele, situato nell’angolo del campo dei Tolentini, a pochi passi da Piazzale Roma. Proseguendo, si attraversa Campo Santa Margherita dove è possibile spizzicare i manicaretti tipici al Bocon Divino, prima di proseguire verso l’Osteria Al Squero, luogo magico, che si trova di fronte ad uno degli ultimi squeri appunto, luogo in cui vengono costruite e riparate le gondole. Qui potete godervi uno spritz accompagnato da ottime sarde in saor e baccalà mantecato.
Attraversato il Ponte dell’Accademia possiamo dirigerci verso San Polo, ai piedi di Rialto. Qui troviamo l’Osteria Bancogiro, classificato come un bacaro di classe. Location incredibile, subito dietro al Canal Grande.
A pochi passi c’è il Bacaro al Ravano, in prossimità di un piccolo campo chiuso. Frequentato prevalentemente da veneziani e gondolieri è sicuramente il posto giusto dove respirare la vera aria veneziana e mangiare piatti tipici con un occhio di riguardo per la qualità e la bontà dei prodotti. Immancabile è il Paradiso Perduto, a Canareggio. Posto magico, luogo di ritrovo ed aggregazione. Ci sono tavolini lungo il canale, aria di festa e spensieratezza tutti i giorni.
Questi sono solo alcuni dei bacari più noti, ma il vero segreto del tour è quello di improvvisare di volta in volta, scoprendo nuove location e magari allargando sempre più il giro.
E con il Bacaro Tour si conclude anche questa breve guida ai percorsi enogastronomici della Marca e del Veneto. Quattro itinerari che abbiamo scelto per la capacità di sposare il gusto alla bellezza dei luoghi, quattro consigli che non esauriscono una panorama di prodotti e paesaggi ricchissimo e potenzialmente inesauribile. Non resta che augurare a tutti i lettori salute e buon appetito!